Quando “non mancava nulla”, ma mancava sentirsi al sicuro
Cibo, una casa, tutto quello che serviva. Eppure una sensazione difficile da spiegare. Qui parliamo di sicurezza emotiva: cos’è, come si vede, e cosa farne oggi.

“A mio figlio non faccio mancare nulla.”
Cibo. Un tetto. Le cose giuste.
Eppure, a volte, questo non basta per sentirsi al sicuro.
Cos’è la sicurezza emotiva, detta semplice
È quella sensazione interna che ti fa pensare: “Qui posso sentire quello che sento, senza dovermi difendere”.
Non è la vita perfetta. È la presenza di qualcuno che non si ritira quando arrivano emozioni scomode.
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Quando “si fa tutto giusto”, ma manca una cosa invisibile
Cosa c’è
- Cura pratica
- Responsabilità
- Impegno e sacrificio
Cosa può mancare
- Restare quando l’altro piange
- Accogliere paura e rabbia
- Rispecchiare senza sminuire
Quando le emozioni “danno fastidio”, si impara a cavarsela da solə. E da fuori sembra forza.
Quella fame sottile che resta
Non è fame di attenzioni. È fame di connessione.
Di qualcuno che resti, senza chiederti di essere “facile”.

Come si presenta, da adulti
Solitudine in mezzo agli altri
Ci sei, ma non ti senti davvero connessə.
Difficoltà a chiedere
Chiedere sembra “troppo”, anche quando servirebbe.
Iperindipendenza
Reggerai tutto finché il corpo non presenta il conto.
Relazioni a intermittenza
Ti avvicini e poi scappi, perché la vicinanza spaventa.
E adesso, cosa farne (senza restare nel limbo)
Se ti sei riconosciutə, non basta dire “mi riguarda”. Serve un passo piccolo, ripetibile.
- Chiedi presenza, non soluzioni. “Mi ascolti dieci minuti?” è un allenamento.
- Fai un check nel corpo. Quando qualcuno resta, cosa succede al respiro? Alle spalle? Alla pancia?
- Scegli chi regge. Chi non minimizza, non ti aggiusta, non ti fa vergognare.
- Concediti supporto. Farsi accompagnare è cura, non debolezza.
Se invece non ti sei riconosciutə, forse hai ricevuto una risorsa enorme: usala. Diventa tu quella presenza.
Due micro-rituali di cura (se ti va)
Routine “torno nel corpo”
Una doccia lenta, crema sulle mani, respiro. Il messaggio è: “posso restare con me”.
Supporto Pelvis4Love
Un lubrificante a base d’acqua può diventare un gesto di ascolto dei confini, senza obiettivi.
Riconoscerlo non è colpa. È dare un nome a un bisogno rimasto senza voce.
Se questo articolo ti ha toccatə, salvalo. E condividilo con chi potrebbe sentirsi vistə.

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