Facciamo finta che io sia il dottore e tu il paziente..

Sai che ci penso spesso?

Quando io ero piccolo il "gioco del dottore" era tipo una tappa fissa.

Mi ricordo quella coperta messa a terra o la tenda che diventava il nostro studio medico improvvisato.

E giù a sbirciare, senza malizia, solo con quella curiosità enorme che hanno i bambini quando scoprono di avere un corpo...e che magari quello degli altri è pure fatto in maniera diversa dal nostro.

Oggi voglio portarvi proprio lì..

Quando eravamo bambinə e il corpo era ancora un mistero da scoprire.

Quante volte vi sarà capitato di dire o sentire: "Facciamo il gioco del dottore?"

Spoiler: tuttə, ma proprio tuttə, ci hanno giocato o ci si sono imbattuttə.

Che fosse nel cortile della nonna, sotto il tavolo con le tende, dietro un divano, o come nel mio caso: nei camerini del negozio con la figlia della proprietaria...la mia amichetta d'infanzia del cuore.

"Facciamo finta che tu stai male e io ti visito"...ed ecco che iniziava l'esplorazione.

Era un gioco innocente, semplice, pura curiosità e scoperta.

Perchè i bambini fanno così: scoprono. Il corpo è il primo mistero da svelare, prima dei peluche, dei trenini e delle Barbie.

  • "Perché io ho questo e tu quello?"
  • "Come mai il mio fa la pipì in piedi e il tuo no?"
  • "Cos'è quella cosa lì?"

Domande normalissime.

Perché nessuno nasce sapendo com'è fatto il corpo -> lo si scopre.

E la scoperta, nei bambini, passa quasi sempre dal gioco.

Il gioco del dottore è uno dei mille modi in cui si mettono insieme i pezzi di questo puzzle chiamato "corpo umano".

Ma è sempre innocente?

Sì! Se avviene tra pari, senza forzature, senza ruoli di potere, e se nessuno si fa male o si sente a disagio.

Per questo è importante non demonizzare, ma accompagnare.

Se un adulto urla "Che schifo!", "Non si fa!", il bambino associa quella cosa alla vergogna.  E quella vergogna se la porta dietro "per sempre".

Invece basterebbe:

  • Chiedere con calma cosa stavano facendo
  • Dire che il corpo è una cosa bella ma privata
  • Spiegare che si possono fare domande ai grandi
  • Dire che nessuno può obbligarci a fare cose che non vogliamo

Tutto qui.

Semplice, pulito, vero.

Senza trasformare la curiosità in senso di colpa.

Il corpo è la nostra prima casa.

Prima di capire chi siamo, chi ci piace, cosa vogliamo fare nella vita...scopriamo come siamo fatti.

Toccarci, guardarci, confrontarci è parte della crescita.

E questo vale anche per i bambini.

Anzi, è proprio nell'infanzia che bisognerebbe dare i nomi giusti alle cose (no, non si chiama patatina, non si chiama uccellino. In italiano hanno un vero nome) e spiegare che il corpo è nostro, che possiamo decidere chi può toccarci, abbracciarci, baciarci.

Non è questione di parlare di sesso a tre anni. È questione di insegnare rispetto, confini, libertà.

E sai che ti dico?

È tutto così semplice e poco sessualizzato: scoperta, risate, curiosità. Niente cattiveria e niente vergona ma solo quella naturale voglia di capire il mondo partendo dal corpo e la scoperta delle diversità.

E ancora oggi, quando sento qualcuno scandalizzarsi per queste cose, mi viene voglia di dire:

"Oh, ma davvero pensi di non averlo mai fatto anche tu?"

Perché alla fine siamo tutti passati da lì.

Forse è proprio da quei ricordi che dovremmo partire per imparare a parlare ai bambini di corpi, emozioni e confini...senza paura, senza pesantezza, senza farli sentire sbagliati.

Lo so che lo sapete anche voi. - Ve lo ricordate quel misto di imbarazzo e risate?  Ecco. Partiamo da lì per i bambini e ripartiamo da lì anche nella fase adulta!

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Cosmo Buonomo

Educatore sessuale e Sextoy Expert.

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